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La Riforma è conclusa? Una dichiarazione di convinzioni evangeliche

NPG D24005; Leading Theologians of the Middle Ages published by John Garrett

AEI

L’Alleanza Evangelica Italiana riceve ed è lieta di trasmettere il comunicato stampa relativo alla pubblicazione del documento “La Riforma è conclusa? Una dichiarazione di convinzioni evangeliche” promosso dalla Reformanda Initiative. Alcuni leader evangelici legati all’Alleanza Evangelica, tra cui il presidente dell’AEI Giacomo Ciccone, hanno sottoscritto il documento e invitano altri a farlo.
Roma, 24/10/2016
Alleanza Evangelica Italiana
ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org
La Reformanda Initiative
rende pubblico un documento intitolato “La Riforma è conclusa? Una dichiarazione di convinzioni evangeliche” che riafferma i principi della Riforma e invita i leader evangelici internazionali a sottoscriverla.
Il 2017 segna il 500° anniversario della Riforma protestante. In tempi recenti, il clima amichevole dell’ecumenismo contemporaneo ha creato condizioni tali da far ritenere ad alcuni esponenti di spicco di entrambi i campi (evangelici e cattolici) che la Riforma è conclusa. Il fatto che il dialogo abbia rimpiazzato la persecuzione è un dato per cui essere grati, ma la domanda rimane: le differenze teologiche fondamentali tra cattolici ed evangelici sono superate?
La Riforma è conclusa?
Una dichiarazione di convinzioni evangeliche
Alla vigilia del 500° anniversario della Riforma protestante, i cristiani evangelici nel mondo hanno l’opportunità di riflettere di nuovo sull’eredità della Riforma, sia per la chiesa globale di Gesù Cristo sia in vista dello sviluppo della testimonianza dell’evangelo. Dopo secoli di controversie e di relazioni tese tra evangelici e cattolici, il clima amichevole dell’ecumenismo contemporaneo ha creato condizioni tali da far ritenere ad alcuni esponenti di spicco di entrambi i campi che la Riforma è conclusa essendosi risolti i disaccordi teologici fondamentali che portarono alla rottura della cristianità occidentale.
Perché alcuni sostengono che la Riforma è conclusa
Due ragioni principali sono di solito citate a sostegno dell’affermazione secondo cui la Riforma è da ritenersi conclusa:
      1. Le sfide per i cristiani a livello globale (ad esempio, la secolarizzazione e l’islam) sono così impegnative che protestanti e cattolici non possono più permettersi di rimanere divisi. Una testimonianza unificata (forse con il Papa come portavoce principale?) sarebbe di grande beneficio per il cristianesimo a livello globale.
     2. Le storiche divisioni teologiche (ad esempio, la salvezza per fede soltanto, l’autorità ultima della  Bibbia, il primato del vescovo di Roma) sono considerati materie in cui si manifesta una legittima differenza di enfasi, ma non nitidi punti di divisione e di contrasto che impediscono l’unità.
 
La forza cumulativa di questi argomenti ha ammorbidito la comprensione e la valutazione della Chiesa cattolica romana da parte di alcuni evangelici. E’ anche importante notare che nell’ultimo secolo l’evangelicalismo globale è cresciuto in modo esplosivo mentre il cattolicesimo romano non è cresciuto. Il fatto che, in anni recenti, milioni di cattolici sono diventati evangelici non è passato inosservato a Roma. I vertici cattolici cercano di rispondere in modo strategico a questa perdita di fedeli adottando un linguaggio tradizionalmente evangelico (ad esempio: la conversione, l’evangelo, la missione, la misericordia) e stabilendo dialoghi ecumenici con chiese che un tempo condannavano. Vi sono ora relazioni più amichevoli e dialoghi in corso tra cattolici e protestanti laddove prima c’era persecuzione ed animosità. La domanda, tuttavia, rimane: le differenze sostanziali tra cattolici e protestanti sono scomparse?
La Riforma è conclusa?
In tutte le sue varianti e tendenze interne talvolta in conflitto, la Riforma protestante fu in ultima analisi un appello a (1) recuperare l’autorità della Bibbia sulla chiesa e (2) apprezzare in modo rinnovato il fatto che la salvezza ci è donata tramite la fede soltanto. 
Come cinque secoli fa, il cattolicesimo romano continua ad essere un sistema religioso che non è basato sulla Scrittura soltanto. Da una prospettiva cattolica, la Bibbia è solo una fonte di autorità, ma non la sola, né la suprema. Secondo questa visuale, la tradizione precede la Bibbia, è più grande della Bibbia e non è rivelata nella Scrittura soltanto ma attraverso l’insegnamento continuo della Chiesa che segue una sua propria agenda, qualunque essa sia. Dato che la Scrittura non ha la parola finale, la dottrina e la pratica cattolica rimangono prive di criterio certo,  “aperte” e quindi confuse a partire dal loro nocciolo. Il metodo teologico del cattolicesimo romano è chiaramente illustrato dalla promulgazione da parte di Roma di tre dogmi (cioè, dottrine vincolanti) che non hanno alcun sostegno biblico. Essi sono il dogma dell’immacolata concezione di Maria (1854), il dogma dell’infallibilità papale (1870) e il dogma dell’assunzione corporale di Maria (1950). Questi dogmi non rappresentano l’insegnamento biblico; nei fatti, lo contraddicono chiaramente. All’interno del sistema cattolico, ciò non importa in quanto esso non poggia sull’autorità della Scrittura soltanto. Possono essere necessari due millenni per formulare un nuovo dogma, ma dato che la Scrittura non ha l’ultima parola, la Chiesa cattolica può alla fine fare proprie queste “novità”.
 
Sulla dottrina della salvezza molti hanno l’impressione che vi sia una crescente convergenza sulla giustificazione per fede e che le tensioni tra cattolici ed evangelici si siano allentati considerevolmente rispetto al XVI secolo. Al Concilio di Trento (1545-1563), la Chiesa cattolica romana reagì fortemente contro la Riforma protestante dichiarando “anatema” (maledetto) coloro che sostenevano la giustificazione per fede soltanto, affermando al contempo l’insegnamento secondo cui la salvezza è un processo che prevede la cooperazione con la grazia infusa più che un atto basato sulla grazia soltanto ricevuta per fede soltanto. Alcuni sostengono che la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione firmata dalla Chiesa cattolica romana e dalla Federazione Mondiale Luterana nel 1999 abbia risolto la divisione. Mentre è vero che il documento è in alcuni punti vicino ad una comprensione più biblica della giustificazione, afferma tuttavia la visione della giustificazione propria del Concilio di Trento. Tutte le condanne alle convinzioni protestanti/evangeliche rimangono in piedi; solo non si applicano a coloro che hanno affermato la posizione confusa della Dichiarazione congiunta.
Come a Trento, anche nella Dichiarazione congiunta la giustificazione è un processo attivato da un sacramento della chiesa (il battesimo); non è ricevuta per fede soltanto. E’ un cammino che richiede il contributo del fedele e una continua partecipazione al sistema sacramentale. Non esiste il senso della giustizia di Dio imputata da Cristo al credente e quindi non ci può essere la certezza della salvezza. In più, la visione della Chiesa cattolica romana è mostrata dal suo continuo ricorso alle indulgenze (cioè la remissione della pena temporale amministrata dalla Chiesa in occasioni speciali). Fu la teologia delle indulgenze che fece da detonatore alla Riforma, ma il sistema è stato recentemente richiamato da Papa Francesco nell’Anno della Misericordia del 2015-2016. Ciò mostra che la visione cattolica romana di fondo della salvezza, dipendente com’è dalla mediazione della Chiesa, dalla distribuzione della grazia mediante i sacramenti, dall’intercessione dei santi e dal purgatorio, è tuttora fermamente in piedi, anche dopo la firma della Dichiarazione congiunta
Guardando avanti
Ciò che riguarda la Chiesa cattolica romana in quanto realtà dottrinale ed istituzionale non è necessariamente vero per i cattolici in quanto individui. La grazia di Dio è all’opera in uomini e donne che, pentendosi e confidando in Dio soltanto, rispondono all’evangelo di Dio vivendo come discepoli cristiani e cercando di conoscere Cristo e di farlo conoscere. Tuttavia, a causa delle sue affermazioni dogmatiche fuori controllo e della sua complessa struttura politica e diplomatica, molta più attenzione e prudenza deve essere esercitata nel relazionarsi alla Chiesa cattolica a livello istituzionale. Le iniziative correnti che rinnovano alcuni aspetti della vita e del culto cattolici (ad esempio: la fruibilità della Bibbia, il rinnovamento liturgico, il ruolo crescente dei laici, il movimento carismatico) non indicano di per sé che la Chiesa cattolica romana sia impegnata in un cammino di riforma sostanziale in accordo con la Parola di Dio.
 
Nel nostro mondo globale incoraggiamo la cooperazione tra evangelici e cattolici in area di comune impegno, come la protezione della vita e la promozione della libertà religiosa. Questa cooperazione è estesa anche a persone di altri orientamenti religiosi e ideologici. Dove valori comuni sono in gioco che riguardano questioni etiche, sociali, culturali e politiche, sforzi di collaborazione devono essere incoraggiati. Tuttavia, quando si tratta di adempiere il mandato missionario di proclamare e di vivere l’evangelo di Gesù Cristo in tutto il mondo, gli evangelici devono essere cauti e mantenere standard evangelici chiari nel formare piattaforme e coalizioni comuni.
La posizione che abbiamo presentato riflette le convinzioni evangeliche storiche[1] ed è animata dalla passione per l’unità tra i credenti in Gesù Cristo secondo la verità dell’evangelo. Le questioni che diedero origine alla Riforma 500 anni fa sono ancora molto vive nel XXI secolo per tutta la chiesa. Mentre salutiamo con favore tutte le opportunità di chiarirle, gli evangelici affermano con i Riformatori che la nostra autorità finale è la Bibbia e che siamo salvati per fede soltanto.
 20 ottobre 2016
 
Øyvind Åsland
General Secretary, Norsk Luthersk Misjonssamband (Norway)
Pierre Berthoud
Chairman, Fellowship of European Evangelical Theologians (France)
Pietro Bolognesi
Professor, IFED (Italy)
Lindsay Brown
Former International Director, Lausanne Movement for World Evangelisation (2008-16);
Former General Secretary, IFES (1991-2007) (United Kingdom)
Giacomo Ciccone
President, Italian Evangelical Alliance (Italy)
Leonardo De Chirico
Director, Reformanda Initiative; Pastor, Breccia di Roma (Italy)
William Edgar
Professor, Westminster Theological Seminary (United States)
Andrew Fellows
Director, Christian Heritage; former Chair of Trustees, L’Abri International (United Kingdom)
Stefan Gustavsson
General Secretary, Swedish Evangelical Alliance (Sweden)
Bruce Little
Senior Professor, Southeastern Baptist Theological Seminary (United States)
Jaume Llenas
General Secretary, Spanish Evangelical Alliance; Chairman, Lausanne Movement in Spain (Spain)
Scott Manetsch
Professor, Trinity Evangelical Divinity School (United States)
Augustus Nicodemus Gomes Lopes
Vice President, Presbyterian Church of Brazil (Brazil)
Greg Pritchard
Director, European Leadership Forum; President, Forum of Christian Leaders (United States)
Michael Reeves
President, Union and Professor, Wales Evangelical School of Theology (United Kingdom)
Peter Saunders
Chief Executive, Christian Medical Fellowship (United Kingdom)
Robert Strivens
Principal, London Seminary (United Kingdom)
 Visita il sito www.isthereformationover.com per sapere di più di questa iniziativa e leggere la dichiarazione in più lingue.
La Reformanda Initiative esiste per formare e fornire risorse ai leader evangelici per comprendere la teologia e la pratica cattolica romana, per educare la chiesa evangelica e per comunicare l’evangelo.
Contatti:
Reformanda Initiative
contact@reformandainitiative.org
www.reformandainitiative.org

[1] Queste convinzioni fondamentali sono espresse nei documenti ufficiali dei due organismi evangelici globali, l’Alleanza Evangelica Mondiale e il Movimento di Losanna. Dopo aver affrontato temi quali la mariologia, l’autorità nella chiesa, il papato e l’infallibilità, la giustificazione per fede, i sacramenti e l’eucarestia e la missione della chiesa, il commento finale dell’Alleanza Evangelica Mondiale è che la cooperazione nella missione tra evangelici e cattolici è seriamente impedita a causa di ostacoli “insormontabili”: AEM, “Una prospettiva evangelica sul cattolicesimo romano” (1986) in Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996, a cura di P. Bolognesi, Bologna, EDB 1997, p. 314). La stessa posizione è contenuta in un documento di Losanna del 1980 e in un commento nel principale estensore del Patto di Losanna, John Stott: “Siamo pronti a collaborare con loro (cattolici, ortodossi e protestanti liberali) in opere di compassione cristiana e di giustizia sociale. E’ quando siamo invitati ad evangelizzare con loro che ci troviamo davanti ad un dilemma doloroso in quanto la testimonianza comune necessita una fede comune e la cooperazione nell’evangelizzazione dipende dall’accordo sul contenuto dell’evangelo” (Comitato di Losanna per l’evangelizzazione del mondo, “Lausanne Occasional Paper 10 on Christian Witness to Nominal Christians Among Roman Catholics”, Pattaya 1980 e John Stott, Make the Truth Known. Maintaining the Evangelical Faith Today, Leicester, UCCF 1983, pp. 3-4).
Versione in Inglese  Firmatari

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